Fattorie didattiche e sociali
Fattorie Didattiche
La storia delle fattorie didattiche inizia nel nostro Paese negli anni Settanta, sviluppandosi negli anni Novanta grazie al supporto legislativo della Regione Emilia Romagna, seguita dalla Toscana; entrambe le regioni mettono a disposizione i primi finanziamenti agevolati. Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige sono le regioni nelle quali il fenomeno si è immediatamente affermato sulla scorta esperienziale delle due pioniere.
Le Fattorie didattiche stanno vivendo una stagione di rapida crescita nei numeri e nella qualità dei servizi offerti, trovando il favore delle istituzioni, del mondo della scuola ma anche di quello imprenditoriale.
I motivi principali di questo successo sono questi:
- Creano contatti fra mondo urbano e rurale;
- Avvicinano il pubblico alle fattorie con la promozione e l’educazione e diffondono tra le nuove generazioni tradizioni e usanze della cultura contadina;
- Valorizzano i prodotti e le tipicità del territorio;
- Valorizzano i mestieri e la manualità artigianale con l’esperienza diretta.
La valenza educativa del progetto e la possibilità di riqualificare le attività agricole come fonte di reddito complementare e strumento di marketing contribuiscono alla sempre maggiore diffusione delle stesse.
Una fattoria didattica si fonda sul bisogno di agricoltura della nostra società, offre una risposta pratica, gradita e culturalmente alta all’esigenza di ritrovare le nostre radici, ma rimane un’azienda agricola (e agrituristica) nella quale si svolgono attività educative attive, destinate in particolare a bambini e ragazzi.
La didattica risulta così un’integrazione alle normali attività. Le fattorie didattiche creano contatti fra mondo urbano e rurale, aprendosi al pubblico attraverso la promozione e l’educazione per diffondere nelle nuove generazioni e nella società in generale tradizioni e usanze della cultura contadina. Un’spetto ancora più importante è la valorizzazione dei mestieri, e della manualità artigianale con l’esperienza diretta.
La valenza educativa del progetto e la possibilità di riqualificare le attività agricole come fonte di reddito complementare e strumento di marketing contribuiscono alla sempre maggiore popolarità dell’iniziativa in Italia e nel mondo.
Attraverso la realizzazione di un prodotto tipico o un’attività agricola, come la raccolta di prodotti ortofrutticoli, la fattoria didattica persegue l’obiettivo di diffondere la conoscenza sulle attività svolte in fattoria, coinvolgendo bambini, ragazzi e anche adulti.
In una fattoria didattica e/o sociale niente è casuale o improvvisato, di fatto la qualifica viene conferita dalle amministrazioni regionali e/o provinciali, in base al rispetto di precisi parametri regionali. Fondamentale è inoltre la preparazione dell’animazione didattica degli operatori.
Fattorie Sociali
Negli ultimi anni l’agricoltura ha assunto nuovi ruoli passando da semplice attività economica per la produzione di beni destinati all’alimentazione umana e animale, ad attività in grado di migliorare l’ambiente (tutela del territorio, riduzione dell’inquinamento) e fornire servizi alla popolazione anche collegati alle politiche sociali e del lavoro.
In Italia si sta consolidando la tipologia dell’agricoltura sociale, offrendo nuove potenzialità e opportunità per lo sviluppo delle aree e delle comunità rurali, fornendo risposte ai bisogni di servizi alla persona, favorendo la conoscenza e la fiducia reciproca.
Le fattorie sociali sono parti integranti di aziende agricole o agriturismi, che mettono a disposizione del pubblico ampi spazi attrezzati, dotandosi di personale altamente qualificato e formato e di tutte le autorizzazioni necessarie allo svolgimento delle attività proposte.
Sono strutture che estendono i loro servizi a favore di persone che presentano forme di svantaggio psico-fisico oppure di disagio sociale.
Le fattorie sociali sono fattorie a tutti gli effetti, perciò hanno una natura imprenditoriale; ma cercano di riprodurre un modello di economia sociale, mirato a coniugare il profitto dell’azienda con il bene della collettività, in particolare per le fasce sociali svantaggiate.
L’ obiettivo è quello di espandere un’agricoltura responsabile, in grado di rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini; la riproduzione dei valori di solidarietà, reciprocità e mutuo aiuto, nonché del patrimonio storico, architettonico, culturale e creativo, che rendono tipica la ruralità.
I progetti delle fattorie sociali possono essere: di tipo culturale, didattico o formativo; dove, l’integrazione tra l’attività produttiva agricola e l’offerta di servizi culturali, sociali, educativi, assistenziali, sanitari, formativi e occupazionali, a vantaggio di soggetti deboli, in particolare di portatori di handicap (persone con disabilità fisiche, sensoriali, intellettive o psichiche), tossicodipendenti, detenuti, anziani, bambini e adolescenti, saranno l’obiettivo primario.
Anche nelle fattorie sociali, nulla è lasciato al caso, queste possono far richiesta di essere iscritte nell’elenco Regionale, solo dopo che l’imprenditore/coadiutore ha conseguito la qualifica di Operatore Agricoltura Sociale, a seguito di un percorso di formazione obbligatorio in conformità a quanto stabilito dalla legge regionale (della Regione Veneto), n. 14 del 28 giugno 2013 “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”.